PRODOTTI COSMETICI INTERAMENTE NATURALI O BIO: i miei criteri di orientamento e scelta

Carissime/i ho deciso di illustrarvi i miei personali criteri di orientamento nella scelta dei prodotti cosmetici interamente naturali. Ovviamente, i miei criteri non rappresentano in nessun modo l’unica possibilità di orientamento e scelta, tantomeno valgono come regole, ma certamente, posso dare quell’imput necessario a chi si sta affacciando al mondo naturale destreggiandosi tra etichette, claim pubblicitari, definizioni e nomenclature ostrogote, oppure per chi semplicemente si sente ancora confuso, nonostante vivi ormai in modo green.

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Dunque, non vi parlerò da professionista qualificata del settore, quale effettivamente non sono, ma lo farò da semplice consumatrice, alla quale interessa far capire ai propri lettori come ci si difende e ci si attrezza nell’immenso commercio del naturale proposto e venduto dalle aziende, ma soprattutto dal passaparola che regola i dettami della moda consumistica del momento, che ci portano verso una sorta di obbligo d’acquisto assolutamente necessario. Voglio darvi solo un aiuto da perfezionare a seconda dei vostri gusti personali e all’occasione che state vivendo. L’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) di un prodotto deve essere coordinato a ciò che ciascuno di noi conosce di se stesso e al proprio stato di salute. Io stessa non mi pongo alcun diktat, perchè le mie esigenze e bisogni possono cambiare nel tempo per le più svariate motivazioni, quindi non mi scandalizzo né mi chiudo a riccio davanti ad un silicone, un conservante sintetico o altro, che possa avere anche un suo perchè accettabile e condivisibile all’interno di un prodotto, in considerazione poi della presa d’atto che se il suo uso a livello cosmeceutico è permesso dalla normativa europea sui cosmetici, dannoso per la salute umana non lo è di certo (quella ambientale è un concetto a parte). Nulla è esente dall’effetto collaterale, nemmeno una sostanza naturale. Un prodotto interamente naturale e magari con ingredienti provenienti da agricoltura biologica, con tutte le certificazioni del caso, può recare più disagi e problemi di uno equivalente tradizionale con ingredienti sintetici. Creare e crearsi allarmismi, limiti e regole potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio.

1. BIO o INTERAMENTE NATURALE

La prima informazione generale da sapere è che esiste una differenza tra il concetto di bio e quello di interamente naturale.

Come capite, in entrambi i casi non vi è la sicurezza alcuna di usare un prodotto cosmetico davvero genuino e sicuro. Io mi oriento su quelli che oltre ad avere un INCI totalmente naturale, contengano anche ingredienti biologici. Un prodotto quindi, il cui INCI sia privo di sostanze di derivazione sintetica e chimica (siliconi, parabanei, conservanti, coloranti e profumi sintetici, petrolati etc.) dannose per la saluta delle palle e dell’ambiente. Ancor migliore, per non dire perfetto, è quel cosmetico chie viene formulato e prodotto in modo da risultare totalmente naturale, biologico, ecologico e biodinamico, riconosciuto tale da un ente certificatore il più possibile severo, magari con l’importante valore aggiunto di essere anche un cosmetico equo e solidale.

2. LUNGHEZZA DELL’INCI

Il primo fattore che osservo in un INCI, ancor prima di verificarne il contenuto, è la sua lunghezza. Più un INCI è lungo, quindi più ingredienti contiene, più la decisione di acquistare il prodotto si allontana. A priori io evito gli INCI chilometrici, quelli con 30 e più ingredienti, soprattutto se molti di questi sono attivi. I motivi principali sono due:

3. CONSERVANTI, COLORANTI, PROFUMI, ALLLERGENI DEL PROFUMO

Queste sostanze possono essere impiegate tranquillamente anche in un prodotto naturale ed ovviamente si tratta di conservanti, coloranti, profumi e suoi allergenzi, di derivazione completamente naturale. Per capire se sono naturali oppure no, bisogna essere in grado di leggere e capire un INCI. Orientarsi, soprattutto all’inizio, tra tutti i vocabili latini, complicati ed impronunciabili, è disarmante lo so, ma vi assicuro che presto impararete a riconoscerli dato che più o meno vengono impiegati sempre gli stessi nei prodotti di tutte le categorie.

Avendo io una pelle sensibile e reattiva tendente alle imperfezioni ed irritazioni, preferisco scegliere prodotti privi di tali sostanze, dato che la loro origine naturale non esclude la possibilità di scatenare reazioni allergiche e di intolleranza nei soggetti predisposti. Per questo, laddove mi è possibile, cerco di orientarmi verso le linee dedicate alle mamme, ai bambini e quelle più comunemente dette “neutre”, che generalmente ne sono esenti. Altrimenti, controllando sempre l’INCI, cerco di evitare le formulazioni che contengono molte varianti tutte insieme di una o più sostanze.

4. OLIO DI PALMA, OLIO DI COLZA, OLIO DI SOIA

Non tutto ciò che è naturale è salutare o indifferente per l’uomo e per l’ambiente. Esistono tre oli vegetali che sono riconosciuti come dannosi per la salute umana ed ambientale, questi sono: l’olio di palma (Elaeis Guineensis Oil), l’olio di colza (Rapeseed Oil/ Canola Oil) e l’olio di soia (Glycine Soja Oil). Ovviamente io mi riferisco in particolare alle loro versioni idrogenate, frazionate, raffinate e geneticamente modificate. Questi oli sono ricchissimi di grassi saturi che favoriscono la produzione del cosiddetto colesterolo cattivo (LDL), ovvero il più rischioso per l’apparato cardiocircolatorio. Quello di colza inoltre contiene l’acido erucico, un acido carbossilico appartenente alla classe dei cosiddetti acidi grassi, considerati potenzialmente tossici per la salute umana. Come se non bastasse, l’olio di colza fa parte dei 4 (soia, mais, cotone, colza) organismi geneticamente modificati (OGM) maggiormente immessi sul mercato, come pure l’olio di soia, un olio raffinato e prodotto con gli scarti della materia prima che si rivela nocivo all’ambiente e alla salute.

Io a livello cosmetico (ma prima di tutto alimentare) evito accuratamente e sempre per quel che il mercato mi consente, i prodotti che nell’INCI riportano questi tre oli. Purtroppo moltissime sono le case cosmetiche che li utilizzano per il loro basso costo, incluse quelle che si avvalgono di certificazioni, ma le più permissive. L’unica arma di difesa che abbiamo noi consumatori è la lettura molto attenta della lista degli ingredienti, in modo da evitare l’acquisto dei prodotti sotto osservazione. Badate bene però che tali oli non sono mortali per l’uomo, quindi anche in questo caso è bene evitare inutili allarmismi e preconcetti, ma sicuramente non sono un toccasana. Il motivo principale per il quale il loro consumo deve essere evitato, è il loro devastante e crescente impatto ambientale. L’olio di palma più di tutti, sta distruggendo Paesi come l’Indonesia, la Malesia, l’Uganda e la Costa d’Avorio, nei quali avviene un continuo disboscamento della foresta pluviale a favore della creazione di piantagioni di palme da olio, causando così un mortale deficit all’ecosistema del posto. L’olio di palma non uccide l’uomo, ma con la sua coltivazione uccide molte specie di animali e piante…giorno dopo giorno, palma dopo palma, sta annientando il pianeta con la sua biodiversità. Per non rendersi complici di questo inutile massacro dettato solo dal risparmio economico, si devono lasciare sugli scaffali tutti i prodotti che contengono l’olio di palma.

5. ALCOHOL o ALCOOL (DENATURATO)

Io non sopporto la presenza dell’alcool nei cosmetici (seppur naturale e biologico). Su di me ha un forte potere seccante ed irritante. Che sia sul viso, sul corpo o sui capelli, il pessimo risultato è sempre garantito. Per questo motivo evito l’acquisto a prescindere di tutti i brand tedesci, grandi amanti dell’uso dell’alcool come veicolante degli estratti vegetali (in questo caso lo si trova sempre ai primissimi posti nell’INCI e a volte ripetuto), ad esclusione di singole categorie di prodotti che non lo contengono, come quelle per la cura delle labbra. L’unica eccezione che faccio nei confronti di questa sostanza, è quando viene impiegato come conservante di un’intera formulazione cosmetica, non solo perchè presente in questa veste in una quantità talmente minima da non arrecarmi preoccupazioni, ma soprattutto perchè sostituisce tutti gli altri tipi di conservanti che cerco di evitare quando mi è possibile, i quali hanno molta più chance di scantenare irritazioni ed allergie. Purtroppo è raro che venga impiegato così, la scelta perciò è molto limitata in tal senso.

Tengo a precisare che l’alcool non è nocivo e non è tossico, ma se da un lato veicola gli attivi idrosolubili delle piante, dall’altro secca e sgrassa la pelle e i capelli in modo aggressivo andando a denaturarne la struttura, fino a portarla ad uno stato di disidratazione, impoverimento ed irritazione con l’uso continuativo. Inoltre, essendo l’alcool un veicolante, distrugge la barriera epidermica e di conseguenza facilita l’assorbimento di sostanze irritanti, le quali magari su una pelle in condizioni normali non scatenerebbero problemi. Per questo motivo i formulatori devono essere molto sapienti nel compensare il suo effetto negativo con sostanze idratanti e nutrienti, come gli oli e burri vegetali. Come l’omeopatia ci insegna, la differenza tra veleno e rimedio sta solo nel dosaggio. Per queste motivazioni io dico NO all’alcool in alta posizione nell’INCI in qualità di veicolante, mentre dico SI all’alcool alla fine dell’INCI in qualità di conservante.

6. CLAIM PUBBLICITARIO

Io faccio sempre molta attenzione a ciò che tenta di vendermi la confezione del prodotto, cercando di comprendere per quel che mi è possibile, se le affermazioni riportate dall’azienda sulle potenzialità, azioni ed effetti attribuiti al prodotto, poi trovano corrispondenza nel suo INCI. Si deve verificare se gli ingredienti ai quali si associano determinate funzioni che particolareggiano il prodotto, sono contenuti in una percentuale tale da svolgere effettivamente tali funzioni e quindi mantenere le promesse fatte. Ciò, è genericamente verificabile controllando nell’INCI la posizione degli ingredienti in osservazione, più questa è alta, maggiore sarà la loro concentrazione e di conseguenza la loro efficacia. Se ad esempio al prodotto in questione vengono asserite potenzialità curative date dalla calendula, io mi aspetto di trovarla tra le primissime posizioni. Se non è così e magari la trovo quasi alla fine di lunga lista di ben altri ingredienti, dubito subito di poter ottenere dei risultati certi e visibili. Ovviamente esistono delle regolamentazioni a cui riferirsi per la quantità massima d’uso di ogni sostanza funzionale. Conoscendo queste, risulta più facile capire la potenziale efficacia di una formulazione. Fortunatamente alcune aziende hanno l’accortezza di riportare la percentuale se non di tutti gli ingredienti, almeno di quelli principali, contribuendo in questo modo ad una maggiore trasparenza e chiarezza verso il consumatore.

7. LA CERTIFICAZIONE

La scelta della certificazione da ottenere da parte di un’azienda, quindi di quel bollino che viene stampato sul suo prodotto, rappresenta graficamente il suo impegno etico e la sua filosofia produttiva. La certificazione quando c’è, vi dice tutto di quel prodotto specifico che avete adocchiato, sia in termini di genuinità formulativa che di impatto ambientale. Però ad oggi, non esiste ancora alcun organo terzo, indipendente, unico e con valore universale, che possa dare una garanzia certa sulla veridicità della certificazione stessa, quindi sulla bontà di un prodotto. Ogni Paese ha le proprie certificazioni ed autocertificazioni, regolamentate da propri criteri, sulle quali noi non possiamo avere garanzia ufficiale di sincerità e lealtà, ma sulle quali dobbiamo porre sicuramente fiducia.

Io mi oriento a livello europeo primariamente sulla certificazione BDIH, secondariamente su altre certificazioni in base alla loro minore e/o diversa severità.

Altre certificazioni da considerare, che hanno però meno restrizioni sono:

Come vedete, sull’orientamento e sulla scelta nella cosmetica naturale e biologica, ci sono in gioco molti fattori da considerare al fine di trovare un prodotto corrispondente alle proprie idee ed esigenze. Trovare quello perfetto per sé non è difficile, ma a volte, bisogna sottostare a delle eccezioni e compromessi se abbiamo a disposizione solo delle alternative oppure se abbiamo bisogno di qualcosa di diverso per assecondare le esigenze della pelle, sempre in evoluzione.